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lunedì 17 marzo 2014

GIASS: IL CINISMO DI ANTONIO RICCI CONTRO LE CAMOMILLE DOMENICALI


Se si dovesse giudicare una trasmissione andata in onda per una sola volta basandosi sulle opinioni dei twittanti e dal numero dei telespettatori, il destino di Giass sarebbe già segnato.
Siccome tuttavia Giass è un esperimento per trovare una nuova strada televisiva al passo con i tempi in un panorama assolutamente piatto composto da minestre riscaldate (il ritorno del Grande Fratello, di Un medico in famiglia, Amici, Che Tempo Che Fa), credo che una chance per sviluppare questa idea sia doverosa da offrire.
Il metro di giudizio applicato dai maniaci di twitter è stato altamente superficiale: non si sono concentrati nemmeno un attimo a guardare la nuova trasmissione, facevano solo a gara a chi diceva che Giass era uno schifo, il nuovo Bagaglino, il ritorno del Drive In, insomma nemmeno erano tanto originali nelle espressioni che hanno sempre usato contro Zelig. Se avessero fatto più attenzione i twittanti tutti esperti di tv quanto una talpa cieca (perchè alla fin fine quelli che criticano seguono solo il peggio vero della tv che ha il solo merito di fare ascolti, niente di più) avrebbero notato che Ricci è tornato sulla strada di Non Stop di Enzo Trapani, di La Sai l'ultima? dei bei tempi, di Indietro tutta e L'altra domenica di Renzo Arbore, con addirittura la citazione nella sigla del varietà Ma che sera con Raffaella Carrà! Inoltre c'è stata quella dose di sano cinismo (grazie anche alla presenza delle ex Iene Luca e Paolo) che è la cifra artistica se non proprio la firma di Antonio Ricci. Proprio il cinismo è la cosa più sgradevole che appare agli occhi al telespettatore medio italiano, perchè è stato abituato ad una tv buonista, rassicurante e politicamente corretta che non concede nessun diritto nè di satira nè di critica nei confronti della società e delle istituzioni. L'unico comico che al momento resiste in una tv generalista nel proporre satira è Maurizio Crozza. Bisogna avere il coraggio di mettere gli italiani davanti allo specchio per fargli notare sia le eccellenze che le magagne, perchè solo così ci si potrà rendere conto di come siamo arrivati ad una società completamente allo sfascio. Il cinismo di Antonio Ricci è una cura amara, ma se ci sarà la pazienza e la costanza di prendere questa medicina avremo una possibilità per salvarci e cercare di essere migliori. 
Vi lascio con i tweet scritti durante la trasmissione: 

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