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domenica 15 febbraio 2015

SANREMO 2015: IL NAZIONALPOP DI CONTI È UN CARROZZONE NOSTALGICO E PROVINCIALE


Il festival di Sanremo del 2015 ha rappresentato perfettamente il quadro della situazione attuale italiana: un fiorentino con consensi plebiscitari alla guida di una macchina complessa che riporta in vita vecchie glorie, che coinvolge tutti per poi decidere da solo, che usa strumenti tecnologici innovativi ma si fida solo di carta e penna. Insomma Carlo Conti e Matteo Renzi sono intercambiabili. 
In questo clima di restaurazione democristiana, il festival (anche se la politica non ha preso parte alla kermesse) è stato lo specchio di un paese provinciale e anziano che non ha il coraggio di guardare avanti. Alla faccia della rottamazione, vince un gruppo di tre tenori ventenni (Il Volo) che, oltre alla giovane età, a livello di panorama musicale italiano non portano nessuna innovazione. Anzi, ci fanno tornare indietro di decenni a Nel Blu Dipinto di Blu di Modugno, unico successo mondiale "moderno" (1958) della canzone italiana conosciuto all'estero insieme alla pizza, alla pasta e al solito mandolino. Vogliamo ancora farci rappresentare all'estero in questo modo macchiettistico? Ma sì dai, che si riempiono i megateatri con gli americani ignoranti figli e nipoti di immigrati italiani, che pagano bene per sentire la musica dei loro bisnonni: un business che Tony Renis conosce benissimo.
Tornando al festival (senza farla lunga) ecco in sintesi cosa non ha funzionato: le tre vallette Arisa, Emma e la bella Rocio; la maggior parte delle canzoni, con tema unico sull'amore, che non si ricorderà nessuno; i comici (grandissima delusione di quest'anno), ad eccezione di Luca e Paolo e Virginia Raffaele. Invece ha funzionato: la scelta di mettere le nuove proposte in un orario decente, quasi in prima serata; gli ospiti musicali stranieri attuali (gli Spandau Ballet sinceramente ce li potevamo risparmiare); Rocco Tanica che ironizzava a fine trasmissione su ciò che era appena accaduto (avrebbe meritato più spazio direttamente al fianco di Conti). Se volete leggere nel dettaglio il peggio e il meglio di tutte e cinque le serate del festival eccovi accontentati (non vi preoccupate sono brevi riassunti, non tutta la marea infinita di tweet): 


Dei nuovi cantanti in gara di quest'anno sentiremo parlare di Lorenzo Fragola (già vincitore di X Factor ed ottimo interprete del pop moderno internazionale made in Italy, altro che Il Volo) e dei KuTso, migliori performer del festival che hanno portato allegria, energia e osato sfottere il conduttore maximo Carlo Conti. Tutto il resto (di cui non parlo o tralascio volutamente) è noia.
Al prossimo Raglio!   

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