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domenica 25 ottobre 2015

SUBURRA: LA PARTE OSCURA DEL POTERE


Dal titolo di questo post potrebbe sembrare che si parli di un capitolo della saga Star Wars con protagonista Dart Fener, invece il film di Stefano Sollima porta l'attenzione del pubblico verso un mondo tutt'altro che fantasioso che è stato sotto gli occhi di tutti, ma "scoperto" dai media solo al momento dello scoppio di Mafia Capitale.
Come sempre su questo blog non leggerete una vera e propria recensione tecnica, ma una riflessione determinata dalla visione del film Suburra, basato sul romanzo di Giancarlo De Cataldo, già autore di Romanzo Criminale. Una cosa che ha un po' spiazzato dal principio della visione è l'ambientazione ai primi giorni di novembre 2011, momento caldissimo della politica italiana in cui Berlusconi decise di dimettersi e venne nominato a capo del governo Mario Monti: forse ci si aspettava una datazione più recente (a cavallo tra il 2012 e il 2013), oppure una collocazione temporale al 2008, cioè quando Gianni Alemanno divenne sindaco di Roma. Sarebbe stato più adatto vedere ambientata tutta la vicenda in un periodo di vuoto di potere politico che giustifica l'ascesa di un sistema criminale-affaristico sempre più affamato partendo prima dal Campidoglio e dalla Regione Lazio, poi infine al Parlamento. Invece Sollima ha scelto di entrare a gamba tesa sui vertici politici e religiosi (viene citato il caso delle dimissioni di Papa Ratzinger), descrivendo quel novembre 2011 come l'Apocalisse. In effetti la pioggia sia di acqua che di proiettili caduti sulla Città Eterna - come viene raccontato nel film - potrebbe essere la fine di quel collegamento tra Mondo di Sopra, Mondo di Mezzo e Mondo di Sotto che si incontrano nella Suburra, ma a quanto ci riporta la cronaca quel legame è andato avanti almeno fino a novembre 2014. Niente esclude che quel collegamento prosegua oggi con altri personaggi arrivati nel frattempo ai vertici delle istituzioni o ai vertici di ambienti malavitosi, quindi al momento dovremmo considerare Suburra come un assaggio, come un semplice avvio di questa nuova consorteria politico-mafiosa presente nella capitale.


Alla base della storia di Sollima c'è il ricatto nei confronti del politico da parte della malavita per colpa dei suoi vizi: niente di più semplice per far capire quanto poco basti per spalancare la porta principale delle istituzioni a personaggi loschi. Tutto ciò fa riflettere su quanto sia importante la selezione della classe politica attraverso meccanismi che portino nelle istituzioni persone con una forte disciplina etica e morale. 
Samurai, interpretato da Claudio Amendola, accostato a "Er Cecato"/ "Il Nero" Carminati: in tutto il lungometraggio appare addirittura (e qui siamo al paradosso, se non all'assurdo) la persona più affidabile, che mantiene la parola data, ultimo rappresentante di ambienti di lotta armata per un ideale, con un codice di comportamento da "buon padre di famiglia" in mezzo a tanti vigliacchi, teste calde e gente poco raccomandabile che vuole scalare il potere lecito e illecito. Pierfrancesco Favino ed Elio Germano, rispettivamente il politico e il P.R. organizzatore di feste/eventi e festini: loro sono quei vigliacchi ricattati e in ogni momento ricattabili, completamente in mano ai malavitosi, dei veri e propri burattini senza un briciolo di coscienza o un accenno di rimorso per aver tradito amici e parenti, ma che nonostante tutto riescono a cavarsela e a cadere sempre in piedi.
Suburra rappresenta la faccia più torbida, più corrotta e più violenta della stessa Roma decadente vista da Sorrentino nel film La Grande Bellezza, una evoluzione nel disvalore di quel Romanzo Criminale che ha trasformato la capitale d'Italia in una fumettistica Gotham, ovvero una realtà peggiore della fantasia in cui se pensi a un supereroe che possa salvarti invece di Bruce Wayne ti ritrovi "Er Batman" Fiorito. 
Al prossimo Raglio!          

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